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      Ascoltiamo delle gravi banalità recitate dai signori lucenti dei Clubs: sapremo come assai volte le dame si concedono invidiose delle cameriere, e chi conosce la molla secreta s'accosta prima ai baci servili per averne i comitali. Oh, sotto le cortine delle camere, le confessioni. Delle di fresco sposate, cinicamente, espongono alle amiche zitelle le disillusioni della prima notte ed il proposito di cercar altrove diversivo alla noia di un troppo metodico abbraccio: e, tra i drappi del letto, un babbeo marito a rifiutarsi alle chieste carezze della moglie, prestigio futuro di ugola canora, per consacrarla e non sciuparla all'arte; mentre, la moglie, decide li allegri adulteri, una volta, ed in breve, artista acclamata alle ribalte liriche. E che direte se si ritrovano delle lupe insaziate, isteriche Messaline, nel fragile corpo di bionde sentimentali? Compiaciutesi di tale perversità nascosta, dei giovani vi fondono la loro virilità rivali ad un concorso di lussuria, proclamato dallo stallone marito, indifferente del promiscuo consumare, ed ancora dei giovani riparano, coll'astinenza della campagna, le forze sprecate nelli abbracci troppo esigenti e non mai allentati.
      Vi dirò che l'istoria di una lucertola bicaudata, uscita a gennaio, amuleto di fortuna, fra il fischiar del rovajo, è la migliore e la piú saporita. Io amo assai le favole per cui trapassino, agendo eroicamente, li animali, essendo assai stanco di notare delle cronache in cui si putrefanno vivi li uomini, aspettando.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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