Ojetti racconta lesto e bene; l'arguzia č pronta e non preparata da lunga mano, spontanea. Boulevardier internazionale, sa molte cose ed assai indiscrezioni.
Io non vorrei pregarlo a sostituire ai nomi fittizii dei suoi personaggi quelli veri, coi quali, comunemente, si chiamano in societā; non sono cosí crudele per le mille donnine che dovrebbero arrossirne: tanto le novelle sembrano ridotte dalla realtā, tanto non sformano la vita comune.
Egli indica, non approfonda; dā lo spunto; qualche volta la sensibilitā sfugge di proposito, non per secchezza di cuore, per stanco abbandono: con due tratti impersona un carattere, tutto il resto ed il superfluo lascia al lettore.
Spesso, leggendo, mi venne sulle labbra un nome: Guy de Maupassant. L'abbiamo trovato il novelliere principe, acuto, presto, conciso; il novelliere che attende la nostra letteratura giovane dopo le mirabili prose del Verga e del Capuana?
Novella; quadro di genere, psicologia di un gesto dell'esistenza, specializzazione di un attimo di vita: episodio reso da un'arte sottile e speciale: grafito da appendersi nei piccoli salotti moderni, non affresco meraviglioso e turbante di genio a rispecchiare tutta una civiltā, tutta un'epoca: novella; gingillo di un romanzo filosofico e d'avventure, fiore profumato e singolo in una tazza di porcellana chinese, esposta sopra un tavolino laccato liberty.
Guy de Maupassant, ancora, mi insiste sulle labra: ed č certo il miglior elogio per l'Ojetti, se riguardo alla disinvoltura del suo stile; al pimento della sua pornografia; che non si scopre ma che sottolinea; alla sua bonarietā di uomo famigliare col caso d'amore; alla sua grazia, colla quale sfugge l'eccesso pure accennandolo.
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