Per ora leggiamo di lei: L'Insaisissable(21); romanzetto epistolare, in cui la posa alla Ninon ed alla Sevigné è evidente, ma che è gustoso per alcune inframmettenze libertine di professionista ad hoc. Eccovi in prima pagina il ritratto (persona intiera) dell'autrice in tutta la lussuosità del suo gabinetto di letterata: scrittoio Luigi XV, bianco ed oro, tondi alle pareti, dipinti; pelliccie d'orso bianco sul tappeto; dei fiori, dei ventagli giapponesi; Liane, la bella, è in atto di pensare; l'alta e marmorea fronte appoggiata alla sinistra, un largo foglio di carta sta per accogliere il frutto della meditazione. E leggeremo pure L'Idylle Saphique(22), per dove ella non sarà ignara discorritrice, mentre, svolgendo le pagine istoriate di graziosi episodii, tratti da un vero composito e studiato colla fotografia, penseremo con molta opportunità, se non valgono meglio le stampe della letteratura e se l'una e l'altra cosa non potrebbero stare con maggiore disciplina nell'armadietto secreto e cantaridato di un gineceo pandemio, che non sul tavolino di una signora, schiva dello Zola con gesuitico orrore.
Oh Zola, per la Tournée di queste nevropatiche e sconclusionate artiste, orchidee splendide, ma pericolose, segno del tempo, indice sociale di un pervertimento necessario della razza e del costume; Zola, alla vostra Nana, bestia bionda del vizio, mouche d'or per i letamai della postuma civiltà, aggiungiamo, sorelle queste dive, queste stelle, che fiammeggiano, pirausti e lucciole, nelle notti soccorritrici alla tempesta.
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