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      Ottaviano Porfirio ottiene grazia da Costantino, che l'aveva esiliato, coll'offrirgli una raccolta di poemi difficili, figuranti, nella disposizione del verso in sulla pagina, il profilo di un'ara, di un flauto, di un organo. Triflodoro Egiziano bighellona in una Odissea lipogrammatica, ove, in ciascun canto, ommette una lettera dell'alfabeto ed in tutte la S. Ed il badalucco letterario era al colmo, e nessuno piú sapeva che inventare o che copiare, mentre Giamblico, Porfirio ed Hermes Trismegisto discorrevano della mitica e dell'occultismo, scioglievano e componevano le abraxae, e dall'ebraico torturavano una Clavicola di Salomone.
      Coluto di Licopoli si rivolge all'epica. Proclo alli inni orfici. Quinto Smirneo evolge i Paralipomena d'Omero; e ancora Trifiodoro la Maratonica e la Ippodamia; Nonno di Panopoli incomincia coi Dionisiaci, per terminare con una Parafrasi dell'Evangelio, aggiungendo retorica alla rivelazione e falsando, secondo il dogma, il testo.
      I maestri universitari, naturalmente, sfuggono da questo periodo e ce lo insegnano inconcludente e vizioso: ma la decadenza rimane nella istoria, come il nostro seicentismo, notazione di coscienza, di costumi, di gusti raffinatissimi ed è il miglior contributo alla psicologia delle lettere e dei tempi torbidi della umanità, se quelle riflettono questo.
      Egregiamente, il nostro Damiani si dilunga sul Nonno panopolitano; ne scrive la vita, per quanto ci sia in massima parte sconosciuta, dà il sunto delle Dionisiache, la fortuna di questo poema da allora sino ad oggi e la bibliografia.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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