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      L'esposizione è chiara; somiglia a un fiume sopra un letto di ciottoli rosei e bianchi, a trasparire dal fondo, gorgogliante tra le alte erbe del margine: dei paesaggi freschi, primaverili, delle nevi candide, delle convulsioni rabbiose di vento, sulli alberi, martoriati, di quando in quando, passano colorando la lastra sensibile dell'acque che vanno.
      E, se mi astraggo un poco dalla immediata visione e ne cerco simiglianze per la letteratura, logicamente trovo Madame Bovary a rispondere, violenta e rossa, in faccia a questa dolce sincerità. Perché obbligatorio mi appare il confronto tra l'uno e l'altro autore. Chi avrebbe sospettato, in Flaubert di Madame Bovary, colui di Salambo? Chi, in Gustave Kahn del Conte de l'Or et du Silence, quest'altro dell'Adultère sentimental?(27)
      I due scrittori vollero integrare il proprio genio, riuscendo all'emozione del sentimento ed all'emozione di pensiero; cosí, alla bellezza dell'opera completa servirono e le idee del passato e quelle del presente, le suntuosità ed i ridicoli, le grandezze e le semplicità, ricorrentisi, a mo' di un bassorilievo, intorno al dado della base di marmo.
      L'epoche contrapposte, materiate nelli eroi di un'arte perfetta, doppio mondo in un unico santuario, si rischiarano e si fanno valere; riassumono le speculazioni, si riflettono nelle loro naturali sequenze.
      Il processo del mondo ideale e sociale non ha piú nulla di oscuro; la genesi non è piú un mistero e l'essere uomo permane a traverso i tempi, nella sua complessità morale e fisica a compiere la sua missione.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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