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      Dintorno tutta la patria, la Francia, che pulsa col ritmo del suo cuore, Parigi; la Francia, che freme al pensiero del suo cervello, Parigi; la brumosa Brettagna, aspra di scogliere ed opima di poma; la ridente ed inghirlandata Provenza, tra li olivi e li aranci, protesa al Mediterraneo latino e mitologico; i Vosgi nevicati, ricciuti di castaneti, irti di pinete, fragorosi di cascate; le Ardenne, Termopili galliche a custodire; l'ombelico, il Poitou fresco di praterie; i granai naturali dei campi della Normandia; la bollente, irrequieta amatrice d'iperboli, Guascogna racchiusa dai Pirenei e dal Rodano.
      Emilio Zola complette il suolo della patria; di quella argilla, saturata di sole e di pioggia, foggia il suo uomo francese, donde tutte le virtú di una razza e tutti i vizii.
      Egli è universale nella visione oggettiva: sensibilissimo accolse, come una lente squisita, tutti i saggi che si possono percepire, li conservò, li riflesse, li ordinò nella serie cromatica; nessun dettaglio gli sfuggi; dal dettaglio fisico, indusse alle differenze psichiche; trovò certa rispondenza dall'apparire all'essere; dai fenomeni esterni, costrusse la storia interna di una società nel suo cittadino, in quel punto di tempo e di spazio in cui l'individuo si presentava alla sua osservazione.
      Fu critico per eccellenza, dopo di avere instaurato una sua dottrina spiegata e divulgata, battagliero convinto e sicuro. Mes haines, Le Roman expérimental, Le naturalisme au théatre, Les Romanciers naturalistes, Une campagne, Documents litteraires furono battaglie per la filosofia, per la morale, per l'estetica sua.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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