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      Les Aventures du Roi Pausole. È logico, non è vero, per chi viaggiò lungamente per i paesi sorrisi dal sole, ed ebbe li occhi a lungo carezzati dal cielo azzurro dell'Egeo e riposò assai nelle praterie di Macedonia, od in riva all'Illisso e si compiacque di evocare, nei boschi di lauri e di faggi secolari, le divinità; è logico, che, tornando in patria, senta la nostalgia del clima dolce, delle bellezze straniere, delle pure nudità trascorrenti nei silenzi forestali. Non sarebbe cosí perdonabile ad un viaggiatore, per diporto, il rimpatriare senza ricordi e doni alli amici delle terre lontane: e nelle sue impedimenta voi trovereste, tra le armi e le stoffe d'oriente, anche dei gioielli e dei gingilli d'arte, che gli orneranno, a rimembranza, la casa.
      Pierre Louys, passato per tutto l'umanesimo delle lettere profumate, non può scordarsi delle Favole efesie; non dimentica Teagene e Coriclea del Fenicio Eliodoro di Emessa, né Achille Tazio colle sue Avventure di Leucippe e Clitofante, né l'Egizio Eustazio del Ismenico, né Dafne e Cloe di Longo Sofista; ha troppo compreso Luciano di Samosata, per non saperlo per cuore.
      Ma non è sordo al bisogno della modernità, né dimentico della tradizione francese. Servano le grazie e le mollezze alessandrine per veneri decorative; ma ai superficiali, che vogliono gabellarlo per inutile scrittore di bazzecole (anche un Ariosto rimò delle corbellerie) nasconde, sotto il miele, l'assenzio, e, tra i fiori, un aspide giusto e vendicatore.
      Egli sa il XVIII secolo a meraviglia; Dulaurens colla Imirce ou la Fille de la Nature; Godard d'Aucourt che finge le Mémoires Turcs, per malignar Parigi delli Abati in mantelletto e delle Marchese incipriate; Chevrier, che, piú sfacciato, occhieggia dalle toppe delle serrature ed origlia dietro alle portiere e porta a torno li scandali delle quinte, delle alcove e dell'Occhio di Bue versagliese, col Colporteur; lo scioperato cavaliere La Morlière, che trae, dal paese d'Angola, meravigliose satire ai contemporanei; Crébillon, che non rispetta l'amore, una bagatella nel Hasard du Coin du Feu: e risale a Piron, al conte di Caylus; ed ascende a Scarron; e vien presso a Diderot per i dolci racconti azzurri di uccelli bianchi e di principesse e di inglesi, che feriscono meglio di una spada; e rivaleggia col Voltaire, ridendo, ma coi denti stretti e con una fiamma nelli occhi; vi rilegge Zadig, Le Monde comme il va, Candide, Babec et les Fakirs; ci riporta, sulla tavola laccata liberty delle nostre mondane bionde, un fascio di cardi, di tuberose e di orchidee che racchiudono il Roi Pausole.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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