Pausole è un poco il Pococurante; Giglio, paggetto, è molto Faublas; Monsieur Taxis, eunuco per frigidezza e per convinzione religiosa ugonotta, è prossimo parente di Tartufe; ma Pausole è il re anarchico, Giglio è l'arte insofferente di legami e di imposizioni, è l'amore libero; Taxis, che fa la peggiore figura di tutti e recita versetti della Bibbia, è l'eterno Homais, l'eterno Père Ubu, è il disgraziato borghese. Il fittizio esercito delle figurazioni è assai bene addestrato contro l'ipocrisia.
Non cerchiamo il regno di Pausole sulle carte geografiche. L'autore afferma che è in Francia e protetto da Francia repubblicana. Si sdraia nella dorata Provenza; certo dove il clima facile permette alle giovani nudità di farsi ammirare, senza velo, nelle belle giornate. Felice regno, Tryphême! Montaigne, a questo proposito aveva già affermato: «Il se voit qu'ès nations où les loix de la bienséance sont plus rares et lasches, les loix primitives de la raison commune son mieux observées».
Donde il codice di Tryphême non ha che due articoli; poi che il re, a somiglianza del chinese Kou di Voltaire, non è ingiusto verso i suoi vicini, né pel suo popolo:
1. non nuocere al tuo vicino;
2. come questo tu avrai ben compreso, fa quanto ti piaccia.
Ed è il buon giudice che li applica sotto un grande ciliegio carico di frutti corallini. Egli porta corona leggiera; una corona di stile ma di sottile alluminio, splendente nella doratura. Egli amava far conoscere, discretamente, come questo copricapo fosse molto piú leggiero del cappello a cilindro del suo cugino il re di Grecia.
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