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      Ma io, qui, anche mi dimentico che, mentre li uomini pratici e serii cercano di codificare per fine sull'istinto e sul bisogno al cibo e tentano pesare per ogni bocca tanto di carne e di pane, come se ogni bocca dovesse, per legge, mangiar tanto di pane e carne statutaria, o non piú, o non meno; quelli altri, li anarcoidi, tentano di liberare dalle leggi ingombranti, fastidiose ed inutili bocche e menti, perché ciascuno, nel libero giuoco delle sue forze, in cospetto al libero moto della natura, cerchi a sé la felicità senza rubarla ad altrui, e, della felicità conquistata, non con altra legge se ne faccia proprietà, e privilegio.
      E privilegio e fatica è il nostro povero amore moderno, cerchiato di ferro nelle strettoie del codice e del regolamento di polizia. Allo schioccare d'un bacio, l'agente domanda alla signora il suo permesso, sia quello rilasciato al municipio, o l'altro, che il questore concede, dietro il pagamento delle note tasse. Stato e religione si sono esacerbati contro l'amore; il giorno in cui lo si ha scoperto come una cattiva azione, ci hanno dato dei precetti e delli imperativi. O che san Paolo faccia lume al libertinaggio bollato; o che il costume elegante ed i bei modi delle etere di costo e dei salottini de' caffè ricchi coprano la meretrice e la immunizzino dalla legge; o che il contratto matrimoniale santifichi il contatto di due epidermidi; Stato e Religione vengono a vedere. Il Talmud statuisce ore e giorni all'amplesso; i regolamenti di polizia ripristinarono l'obbligo della visita, e chi deve vivere dell'amore come chi ne è affamato s'apre la libertà spesso col suicidio.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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