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      Sfoggio di imagini, percezioni visive delicate ed intense, ma non potenza di pensiero evocatore. L'Apparizione di Santa Cecilia fra gli Abeti di un arcaico sapore trecentesco, mi ricorda le Devozioni per il Venerdí Santo e le Rappresentazioni sacre dei misteri dei nostri primi drami religiosi.
      Il Tumiati si adatta ad esumare bene; non ha stanchezza nell'eroica Morte di Bajardo e nel Lied brumoso e nordico, La nave del Silenzio; ed è novellatore passionato in Parisina. La modernità, lo spirito caldo e vivente del nostro tempo, non lo complette e non lo abbraccia; il Melologo, Emigranti, ci lascia freddi, perché la sciagura italiana di questi spatriati per fame e ingiuria di uomini ci viene esposta con troppa retorica. Forse la forma verbale, ch'egli vuol pura e troppo pura, troppo rigida alle regole ed alle vecchie regole, gli nuoce e lo raffrena.
      La Badia di Pomposa, Emigranti e Parisina si sposarono alle note donde i melologhi, che viaggiarono pei teatri d'Italia, recitazione e commento musicale, coordinazione di idee e di parole sopra a canti d'orchestra, ripetizione piú complessa della antica poesia bardica, dove la voce umana veniva sostenuta dalla lira, dalla cetra e qualche volta da due o piú strumenti. Giova questo alla poesia? La poesia di per se stessa deve cantare, solamente parlata. Si aggiunge, coll'incanto dei suoni, una nuova attrattiva, una nuova virtú? Poesia: pensiero, musica, entusiasmo, vita! Aggiungervi delle ancelle caudatarie è impiccolirla; chi le cerca, poeta, si riconosce mancante e debole.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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