Amo il Saffiotti come una promessa e come un carattere poetico; gli consiglio di non raffrontarsi mai con gli altri e di non irritarsi se può venir posposto, come certamente sarà. Stia sicuro ed integro. Non cosí puro moriva l'Angiolo di San Marco:
morí d'un tratto, come si muore su' campidegli Eroi;
e fu un Eroe perch'egli fu l'araldodella nostra bellezza?
Avere la coscienza di aver compiuto il proprio ufficio e non presumere che le lodi dei contemporanei valgano alla nostra coscienza una nuova o maggiore virtú; cosí, io l'ho compreso dal suo primo lavoro A Roma; cosí, io credo al suo cultoper la Bellezza che si espande come folgore
in ogni amore,
che palpita ne la mia superba Italia!
E per questo entusiasmo prosegua.
Ma, infine, volgendomi indietro, riassumo. Ciascuno di costoro (il Saffiotti se ne schiva e fa meglio) si propone indirettamente a paragone e fa la vedetta, a richiamo, in sulla soglia del libro. O sia che vada blatterando delle sue proprietà celebrate nelle lettere apologetiche iniziali; o sia che intoni il melologo: o sia che si faccia attore di se stesso; tutti si mettono avanti sulla ribalta, per riceverne in volto la luce piena.
Réclame, per necessità di concorrenza: a chi meglio grida trae il pubblico, che ama lo sfarzo del giuocoliere e del bardassa e che desidera, come una femminetta, d'essere ingannato.
Il fortunato sorride; gli altri si arrovellano. Ottima cosa rimanere in pace ed amici. In questi giorni, nei quali trionfa l'idea applicata del corporativismo, delle società di produzioni, delle leghe di resistenza, unitevi, poeti tutti, con qualche critico di fiducia per amministratore; non combattetevi; conciliatevi, sopra le basi di un mutuo soccorso; stabilite tariffe ed ore di lavoro.
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