La segue attento e la prova al suo giudizio severo. Nel Second Memorandum (1838), che venne in luce l'anno scorso sui fascicoli della «Renaissance latine», senza reticenze la riassume speditamente - 10 gennaio - «Madama Sand! Detestabile declamatrice. - Il regno di questa donna si schiude. Nulla v'ha di giusto e di vero nella reputazione di cui godono certe femine da Sapho alla Grisi cantatrice, proclamata bella, per cui, colle loro mani scioperate ma sapienti, hanno saputo costruire il piú impertinente degli orgogli».
E piú in giú - 15 gennaio - «Madama Sand prende delle arie sempre piú stravaganti di cattiva filosofessa». Ché, di quel tempo, l'influenza di Michel de Bourges le trasudava dai pori, e, sopra ad un falso falansterio alla Fourier, credeva ricondurre la felicità ed il benessere nella famiglia operaia.
Piú esplicito, meno cavalleresco, Baudelaire, nel segnare delle note per una prefazione, ch'egli intendeva apporre sulla vita e le opere di Choderlos de Laclos, lo psicologo amoralista delle Liaisons dangereuses, appunta: - «George Sand - Lordura e geremiadi. In realtà, il satanismo ha qui la sua vittoria. Satana si è fatto ingenuo: conoscendosi il male, ci diviene meno pauroso e meglio ce ne possiamo guarire. - G. Sand, inferiore a Sade».
Né si arresta. Nel Mon coeur mis à nu, una specie di diario e di autobiografia del poeta delle Fleurs du mal ritorna, spiega e distende la sua antipatia (Cap. XXII): «La donna Sand è il Prudhomme dell'immoralità. Costei fu sempre moralista: solamente faceva, altre volte, la contromorale.
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