Ma ognuno sa di che anima complessa vibrava Baudelaire, quanto lievito abbia suscitato tra noi, come e quanto sia stato grande poeta sí da farci dimenticare le sue anomalie di nevrastenico esacerbato.
Piú tosto sappiate come la giudichi una donna egregia, d'alti sensi, coraggiosa Giardiniera della Giovane Italia, per cui n'ebbe l'esilio, libera pensatrice, che non credeva in Cristo la divina natura, per dirla col Tommaseo; che a Parigi rimetteva alla volontà de' suoi figli adolescenti l'eleggere questa o quest'altra confessione religiosa, mentr'ella si accostava, per bisogno d'idealità al Calvinismo come a quella pratica meno assurda e meno ripugnante al suo esame; vediamo come la Bianca Milesi Mojon la consideri e la condanni.
Poche parole: Tommaseo, allora a Parigi, le ripeteva al Lambruschini in una lettera del 16 febbraio 1837. «Ma ora la mi dà del pedante (la Bianca) anche su questo titolo (ed in ciò non era triplice pedante cattolico sorretto dalla lussuria e dalla religione sino alla morte?); e perché la Sand vive ora con il Listz, ella, la Mojon, dice che quel nuovo predicare che fa la Sand n'est qu' un thème. E pare che tra l'ateo e la monaca non ci sia mezzo».
Certo che no, illustre compilatore del Dizionario estetico, come tra sincerità ed arte non vi si può immettere la punta di un ago: e questa non è certo una vostra convinzione se untuosamente, pure riverendo, dopo d'aver sparlato del Sismondi, sotto via glielo comparavate. Né Bianca Milesi, ardente e nobile educatrice delle Scuole di Mutuo insegnamento, né il Sismondi, repubblicano, che dedusse, dalle tradizioni della scienza italica e dal Vico, la sua istoria, preveggente, nell'ordine, le dottrine biologiche della Società, avete ben compreso.
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