Il gran cuore dell'una, la grande mente dell'altro avete trascurato; onde, sotto la vostra penna che non voleva l'elogio, l'elogio rimane se avete confermato: «Ma il Sismondi è una Bianca del sesso forte, e però bisogna compiangerlo ed onorarlo» (Lettera 9 febbraio 1837 da Parigi a Lambruschini). La vostra tolleranza e la vostra indulgente benignità si rivolgevano alla Sand, e noi dal nostro canto non sappiamo che compiangervi, onorandovi con parsimonia.
E bene? di tutto questo che importa alla fama della scrittrice francese? I poco delicati, coloro che prediligono la frase fatta ed il giudizio categorico, terranno l'autrice di Consuelo sulle cime della letteratura e rimarrà, per il sentimentalismo anodino delle ragazze provinciali, l'interprete delle loro aspirazioni e delle morbide avventure del loro cuore anemico e turbato dalla pubertà: non altro; non piú. Che la buona sorella di de Musset, Henriette Lardin de Musset, può lamentarsi di una postuma menzogna, scrivendo all'amico nostro Alberto Lumbroso, a proposito degli Amants de Venise: «Ho aperto il volume col cuore che mi batteva, non sapendo che mai potessi trovare in questo libro composto senza ch'io ne sapessi nulla; l'ho letto a piccole dosi, prima di prendere la penna per rispondervi.
A parte qualche calunnia, di Giorgio Sand contro mio fratello, che mi hanno ferita, lo credo ottimo». Ma perché Giorgio Sand ha scritto e giurato che tutte le lettere d'Alfredo furono bruciate, ed ora se ne ritrova una valigia piena di cui la chiave è a disposizione del primo venuto?
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