Leggete con attenzione: Emile; Les Juges intègres; Jean Marteau, al secondo capitolo La loi est morte mais le juge est vivant; Monsieur Thomas; Vol domestique, e, certamente, pel cuore e per la intelligenza saranno ore non sprecate ma profittevoli. Gli altri racconti ricordano l'Anatole France, letterato puro, ironista squisito, lo scettico per difesa della sua personalità, il tenero che aggiunge alle virtú estremamente facili e limpide di novellatore, lo stile e l'erudizione del dotto, non freddo, meticoloso, né cattedratico, ma generoso sí che or mai raggiunse in patria il suffragio di tutti.
In oggi il poeta delle Noces Corinthiennes e di Thaïs è pervenuto, coll'insistenza ascendente, a divulgare se stesso e la sua intimità come provocando, ma senza capriole da ciarlatano.
Nell'opera sua, che riguarda la modernità coll'occhio indulgente di chi compatisce, intarsia osservazione ed autobiografia, come nel Livre de mon ami: ed in Pierre Nozière, dai ricordi d'infanzia, evoca le fasi successive per cui la sua intelligenza di giovanetto sognatore si evolveva a contatto delle bellezze letterarie della Grecia, tentando, per altre parti il verso che già contrastava colla marmorea impassibilità del fare di Leconte de Lisle.
Cosí egli si mostra in Silvestro Bonnard, nuovo tipo di vecchio dotto di cui l'egoismo si tempera nella dolcezza indulgente per gli altri quando scrive: Le crime de Sylvestre Bonnard, membre de l'Institut; cosí sarà ancora Bergeret quando le convulsioni patriottarde gli saranno un pretesto logico e coraggioso d'uscire dalla vita trapassata dei libri per scendere, con nuova fede, in piazza, sbarazzatosi dalla tonaca di bénédictin narquois, come qualcuno lo aveva chiamato, per tramutare la beata ataraxia del giusto, nella lotta cosciente del buono e del forte.
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