…. Il Futuro
necessita le ombre all'amorei pavidi a me prelio securo:
pe' l corpo un lavacro, pe' l cuorese il mar mesca un cantico puro,
oh limpide aurore! …..
Grato mi è dunque l'indugio su queste visioni, che non patiscono stanchezza e che non sono ammalate di postreme disillusioni. Molta anima per l'avvenire; perché è un futuro di volontà e di chiaroveggenza; perché è pur sempre l'elemento precipuo della vita attuale, che rinnova ed amplifica se stessa nell'impeto della speranza e nella fede di una calda ed umana idealità.
Giglio di pace l'avvenir ne schiudene schiude il cor giglio di canti: i bimbi
levan le braccia bianche, esili, ignude.
Codesta brezza giovanile, fresca e pugnace ha penetrato e sommove, ridendo, la polvere e le pagine rubricate per antiche biblioteche.
Un vecchio uomo di lettere si scuote ed anch'egli vuole, colla sua autorità, dar prova alla robusta rinascenza.
Il Gnoli, bibliotecario a Roma, in sul principio schivo dell'anacronismo, si fingeva Giulio Orsini in un suo poemetto Orpheus, e, dietro allo pseudonimo, faceva correre la critica curiosa di quell'ignoto, che rivelava ispirazioni non comuni e ricchezza d'imagini copiosa.
Ritentò il nome e fa fortuna con un volume di maggior lena: Fra Terra e Astri(32) e la soperchieria benigna fu presto compresa dall'acume di dilettanti di quisquilie letterarie.
L'Orsini è stanco di vecchie formole e di cenci orpellati, di parole, che mentono in poesia come in prosa, di lune che luccicano per riflesso, d'anime vuote e diafane, che paiono luminose perché dentro vi han posto una candela effimera; cosí rischiarano i globi di carta variopinti di una illuminazione veneziana.
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