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      Fogazzaro aveva allora invogliato ed interessato di lui all'apparire; fingeva, tra la nebbiosità di un romanticismo raddolcito paesaggi notturni e freschi, laghetti frigidi, montagne tra le tirolesi e le retiche, le sue Seghe di Velo. Avendo mal compreso la totalità mistica di Novalis e di Emerson, il non conoscere il maneggio del vocabolario e della nomenclatura, il non padroneggiare i secreti della sintassi e della gramatica, i quali solo danno potestà all'eccezione glottologica, perché evidentemente dimostrata e voluta per sapere, non per ignoranza per questi difetti, che alli occhi della folla ignara passano per virtú, mandò a succedersi Malombra, Daniele Cortis, Piccolo mondo antico, le novelle di Fedele, i racconti brevi di Idilli spezzati. Da Piccolo mondo moderno; pel Santo - che, dicono, sarebbe un abile plagio di The Master Christian, della Maria Corelli, edito a Londra dai Mettsuen nel 1900 - a Leila l'anabasi sua non fu senofontesca, ma fuga dopo Waterloo.
      Qui, sorsero i democratici cristiani ad applaudirlo: giovò ai modernisti alla Don Murri, ai politicanti clericali aver un uomo d'ingegno che li guidasse a soddisfazione delle loro ambizioni, contro la logica immobilità del Vaticano. Giovò, ch'egli, in buona fede, distendesse al vento un gonfalone tricolore, caricato colle chiavi in croce di San Pietro, perché li altri, sottombra ed al coperto, potessero continuare le piccole cospirazioni contro l'Italia e colui che detiene, riannodate tra la seconda reggia Ludovisi e la Cancelleria pontificia.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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