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      Di quel tempo, commesso viaggiatore delle idee di Giovanni Selva, faceva esporre al «Demain» di Lione (18 gennaio 1907): «Sarà interessantissimo osservare l'accoglienza che verrà fatta a Ginevra alle idee del signor Fogazzaro. Egli aspira, con tutte le sue forze alla conciliazione del protestantesimo col cattolicesimo. (In fondo lo spunto è raccattato da Cesare Cantú, per chi ben lesse la sua storia del Sacro macello). E lo dice con parola elegante nella sua conferenza». Ecco la pessima eresia; confondere, in un bacio di pace, nemici che si odieranno sempre; l'uomo metafisico tedesco, coll'uomo artista passionale latino. Vedremo mai, in San Pietro, un Papa che rappresenti Lutero, Calvino, Pio X, il cardinale Manning? Ecco la risorta santa alleanza del guelfismo; sette secoli aboliti, in un tratto, dalla storia coll'avvento di un altro Ildebrando, che avrebbe la mentalità contadina e cocciuta di un Don Giovanni Bosco, la sapienza sillogistica e socialistoide di Enrico Ferri: bellissimo risultato. Il primo suo atto sarebbe di sopprimere, sotto una densa scialbatura di calce, Il giudizio divinissimo della Capella Sistina.
      Ed, in buon punto, si valse dello scandalo; suase alla condanna; si genuflesse un'altra volta: Le ciacole di Bepi, che quel paterino di Guerrini ha voluto imprestare dal vernacolo semiveneto di Papa Sarto, se ne avvantaggiarono; accolsero un numero di piú nelle loro litanie:
      Et reprobavit! Queste xe parole!
      Che carattere, ciò, che convinzion!
      Che bell'esempio per le nostre scole!


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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