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      Ciascun scampolo, dal Piccolo mondo moderno in poi, ha congenito il peccato d'origine; ed il pubblico, incappato nelle ragne della réclame, cui buttafuori compiacenti e rimunerati sanno tendere allo svolto delle librerie, cioè in sulle colonne della critica letteraria giornalistica, per non mostrar d'aver capito d'essere ingannato, difendendo, coll'ipocrisia l'ignoranza, tornò a comperarne. Costino dalle due lire alle sei e cinquanta, i tagliandi del messianismo fogazzariano si rovesciano sul mercato libraio; tutte le lodi si riversano sulla eccellenza di quel traliccio, o cotonina stampata, adatta a coprir tutte le nudità difforme dell'anima e del corpo.
      Donde si vede, che cincischiando Cristo tra Calvino ed il Papa, facendo il romeo a stagione, l'italiano di quando in quando, l'oppositore autorevole al vecchio Sillabo, diecimila copie ottimamente si spacciano in un mese. E fu pure utile che Il Santo si vendesse a furia in America, mille esemplari al giorno in Inghilterra: tanto le idee di Giovanni Selva possono fabricare la comoda ed ideale Montanina con capella e scuderie e garage d'automobili; tanto a che servirebbe essere posto all'indice? Solo le grandi idee, quelle che tramutano il mondo ed orientano l'umanità fuorviata per la strada piú rapida e sicura dell'avvenire, debbono essere gratuite. Cioè, pagansi col sangue, non conducono ai trionfi di libreria; perché la vita, non è una ricchezza ma un diritto; e la maggiore generosità è di saper non vivere affinché tutti li altri vivano meglio.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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