Non ho calcolato bene alcuni elementi in ombra, ma che avrebbero dovuto soverchiare sulla luce dell'opera del Gozzano? Hanno errato tutti gli altri con me? Oggi, si incomincia a parlare di un caso Gozzano, come di un fenomeno Benelli. Intendiamoci subito; il secondo val meno del primo, che che ne applaudino le platee promiscue: ma, infine, noi tutti che abbiamo cooperato a plasmare per il pubblico questo nuovo giovine poeta abbiam rizzato ara troppo sollecita ad una falsa divinità?
Fama usurpata? No, fama... estemporanea; l'unanimità del suffragio lusinghiero determinò, che questo giovanotto poteva venir accolto in ogni luogo, perché tutti intuirono come il primo fiore poteva pur essere l'ultimo frutto; il quale aveva davanti a sé la troppa completa maturanza, la santa putredine, non la possibilità di un seme per altra pianta piú bella e migliore.
Guido Gozzano, prima di essere eleggibile al parlamento letterario, era asceso, senza postulazioni, al laticlavio. La maggior ditta editrice l'accolse subito dopo La Via del Rifugio per questi Colloqui che la ripetono; la grinzosa, e sempre ingrognata coi giovani, «Nuova Antologia» gli ha richiesto Felicita; «Le Lettura», che è l'anticamera della «Nuova Antologia» ed il salotto d'onore del «Corriere della Sera», fece illustrare le sue pagine sul testo di Cocotte; e la gente per bene si commosse.
Il critico avveduto e non superficiale ha sorriso, perché il crescer del virgulto Gozzano stabiliva:
I. Che, la bellezza dell'asino - quella di cui rosea-melata-bionda pompeggiano il volto e la persona delle giovani uscite di pubertà e fresche per eccesso di lodevole giovanezza - è come il giardino d'Adone,
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