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      - Ed alla lettera di Lei s'aggiunge il compiacimento di vedermi segnalato da un artista che sapeva eletto e nobilissimo, ma credevo - mi perdoni! - un po' sdegnoso, corrosivo e mordace».
      (Lettera di Guido Gozzano, 19 dicembre 1908).
      Sí che doppio era per lui il complimento aumentato dall'obbligo di piacermi ancora; compito oneroso. «Ciò mi confonde e mi inquieta anche di piú. Vedremo, col tempo, se la vostra benevolenza non s'ingannò o non mi illude la mia speranza». (Lettera di Guido Gozzano, 11 febbraio 1909). Cosí, alla prova dei Colloqui c'ingannammo tutti e due ed a me piú che all'altro dispiace. - Vorrà egli, domani, egli che apprezza e sente dignitosamente la sua sincerità, smentire con altro apparato la sua sincerità, smentire con altro artifizio il suo essere?
      Sia la mia vita piccola e borghese;
      c'è in me la stoffa del borghese onesto?
      Certo, una posa lo sorregge qui e lo spinge a mettersi in bacheca; ma è inocua, spesso simpatica; la posa del buon giovane di buona famiglia, cortese, intelligente e un po' strambo, la performance dell'ottimo partito per ereditiere; - badate, a prenderlo in superficie.
      III. Perché tutti, in fondo, non avevano di che temere da questo poeta retrospettivo, diminuito de Musset ripollato ottant'anni dopo, con anacronismo delizioso ai vecchioni che sentivano di ringiovanire al suo contatto - un ventenne che sente coll'animo di un nonno! - e de' perversi, che godono di strofinarsi contro il velluto di pesca e la seta lucida di mela appiola delle disinvolte bellezze dell'asino.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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