Sí, egli è salvo; ma tutte le sue illusioni erano naufragate, asfissiandosi nell'acque salse e putride, miste di lagrime, di sangue, nel pantano termale e solfureo della comunione umana, chiamata società. Alla prima tappa, lasciata a pena la mano preveggente e consolatrice della madre e la protezione della malinconia, che lo fa schivo e selvaggio, s'imbatte nell'Amore, e in un altro amore che non fu mai quello per cui Alberto si era sacrificato. Egli lo aveva già chiesto come una necessità di estetica: «Non vi ha poeta senza amore»; e, se non aveva composto versi, aveva pianto delle elegie in prosa. L'amore dozzinale l'avevano cantato tutti, dai petrarchisti ai manzoniani; e tutti avevano dimenticato di dipingerlo doppio, Eros ed Anteros, a mo' de' Greci, ed a loro non erano giunte, per la strada lunghissima del tempo, le parole sane e naturali di Dafni e Cloe, perché intiero potessero rievocarlo. Angiolo di crudeltà, le ali rosse, e non bendato ma reggente, crudele, esasperato, le freccie incoccate alla corda dell'arco, divinità aggressiva e deliberata, di lui, Carlo Dossi, rinnova il vero ritratto, senza pudori. Chi per eccesso di idealismo, si applicò a descrivere non l'Amore ma questo attuale amore, come un padre riformatore di costumi per la sincerità, può come Rops formar col disegno le lussurie, non il piacere, per flagellare il Bastardo nato dal Satiro e dalla Ipocrisia, nuda pandemia, le natiche ricoperte a scherno da una maschera di velluto nero.
Ed eccone i fiori di bragia e di cenere; i fiori che sono in mostra sopra di un cestello di vimini intrecciati e politi e coprono un groviglio verminoso ed avvelenato di ceraste e di aspidi africani: ecco, le bende intessute di seta e d'oro, che fasciano le piaghe purulente; i veli candidi, che vestono una sposa non piú intatta.
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