Dalla psicologia garbata, a tenerezze degradanti e tenue a sfumature iridate, a compatimenti misericordiosi, di Goccie d'inchiostro - che sono meno nere di quanto non appajano a prima vista - alli schizzi, tra la caricatura ed il grottesco, - cosí li usò il Callot, il Goya, il Sattler, dai quali la vita si sforma in una gajezza macabra - dai segni impressionisti di matita - Odilon Redon li prescelse per le pagine martoriate delle sue acqueforti - dal bozzetto chiazzato di ombre e luci, tra il giallo ed il violaceo - cosí procede il Conconi; - erano riuscite le figure di Madama Ciriminaghi e della sua amica, le macchiette avvisatrici della signora Isar e del suo degno figliuolo, il professore Proverbi, quella povera vittima del maestro Ghioldi, i musini bianchi e rosei, come mele appiole de' condiscepoli di L'Altrieri. Ma altra torna ad essere qui l'appostazione; qui, doveva rovesciarsi, tumido e violento, nell'esercizio incondizionato delle sue facoltà intellettuali, il suo modo; fortuna a pochissimi accordata. L'iniziale romanticismo si travolge, in una specie di rammarico, di rancore, contro la vita che deve sofrire e questa accusa di non essere stata per lui perfettissima; se ne ribella: scatta l'humour. - Poco dopo, può dire di se stesso: «Vi è un Dossi buono ed un Dossi cattivo; donde due opere: il romanzo della bontà, il romanzo della malvagità». Poteva dire invece: Vi è un Dossi che vede le cose buone ed un Dossi che avverte e addolora per quelle cattive. Verso le prime, accorre, si compiace, concorda, continua l'armonia; colle seconde si irrita, discorda, interrompe i rapporti.
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