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      Italia dà questa ricolta d'arte; essa, la madre autentica e pura delle Arti e delle Grazie? Questa è la espressione piú genuina e maggiore della sua potenza creatrice, nel terzo suo risorgimento; con questi aborti, con queste pseudologie, con questi deliri in gesso, con questi incubi segnati a corboncino, a matita, all'acquarello, con tutti i mezzi grafici a disposizione delle due mani, o zampe, dell'uomo? Quale indice di coltura e di buon gusto! «Senonché, l'imperizia della mano, quando è accoppiata alle incongruenze della mente, o ad altri disordini cerebrali, concorre ad accentuare le caratteristiche della pazzia». Carlo Dossi le raccoglie, le enumera, le distende in rassegna, ne riproduce le parole, i disegni, li atteggiamenti, le ripropone chiare alla scienza: «Voi, insigne Lombroso(47), qual tema piú eternamente attuale della follia?». Prorompe in uno scoppio di risa echeggianti: erasmiane.
      Né si accheta; la sua indagine continua serrata; avviluppa in una rete di riprove capziose, tira il cappio al nodo scorsojo della domanda suggestiva. Ne risulta Ona famiglia de Cilapponi; dove, la catastrofe di una stirpe di nobili lombardi è ridicola, tra l'ignoranza e la cattiveria; e vi regnano: la Marchesa Matriggiani-Andegari, di ottant'anni, cialla, superba e tegnonna, marchesa Travasa in diminuzione, collo sfarzo fesso e slabrato della decadenza; suoi figliuoli, el Cavalier Telesfor, maggior general, ciall, resios e doppi - Don Eleuteri, deputaa, ciall, baloss e che voeur parí foin - el Marches Calocer, ciall, bon e sempi; - e la nidiata implume e piumata dei nipoti vanitosi, bugiardi, sciocchini, falsi e poltroni.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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