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      Quindi, troveremo ne' suoi inediti Il libro delle bizzarrie, dove sarà condensato il triplo estratto e la quinta essenza dell'arguzia e del pensiero dossiano, riposta nel barattolo color di cielo sudicio, dall'epigrafe «Filosofia». Preziosissima conserva di esperienza, su cui il paradosso regna sovrano: il male ed il bene vi si innestano a vicenda; si fecondano, aprono la cataratta al vaso di Pandora; partoriscono le cose, li uomini e li avvenimenti; si determinano, dalle categorie, i gradini e nulla appare dannoso «né dannosa la malattia(48) né la Farmacia e nemmeno la malattia, che fa pregiata la sanità». Leggendo, voi sapete, che, come Erasmo lodò la Follia, egli inneggerà al Colera; che, come von Grabbe, goticamente, rimise in discussione il Demonio con Dio, egli li riporrà di fronte; che, come Hoffmann fu il demiurgo di pupattole mecaniche ed originalissime, e Gustavo Kahn rivide il Puppen-Fée, a delizia dei bambini grandi; egli, memore di Condorcet, per il ridicolo delli uomini politici, scriverà una petizione al Parlamento Nazionale, di un mecanico, colla quale propone a re costituzionale un suo fantoccio contrafatto, a viti d'orologio ed a vita d'automa, che, ricaricato nelle solenne adunanze, faccia, con maggior compitezza, l'ufficio di quest'altro di carne e vivente.
      La piacevolezza stampata lo fece richiamare da un procurator generale, che videsi comparir davanti un alto funzionario decoratissimo della Consulta; donde la meraviglia. Che, se Alberto Pisani ha dovuto servire alla Nazione, passando sotto i lavorini monarchici della uniforme diplomatica, ha pur sempre permesso a Carlo Dossi il piacere della ribellione, quando risponde alla costituzionalità in questo modo(49): «Il re costituzionale può essere paragonato ad una meretrice, che è, per cosí dire, proprietà di chi lo paga, ossia del ministro al potere.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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