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      Colla solita petulanza, poi, che infirma tutta l'opera d'annunziana e quella de' suoi settatori, essendosi fatto pagare l'abbonamento alla rivista pei dodici numeri, si assolse alla promessa con sette appena, continuando a protestare che dodici ne sarebbero usciti. L'ultimo numero, fu, dal luglio '95 al marzo '96, il settimo; li altri cinque mancano sempre: il sistema è il solito. Chi ha mai ascoltato una tragedia classica nel promesso Teatro d'Albano per cui ci fecero collette internazionali? Gli è che oltre a danneggiarci ci si dà pure la soja; sí che è prudenza fingere di non trovarsi tra quelli che furono con tanta estetica gabbati. L'arte è da Calandrino e da Cagliostro.
      In punto alle ommissioni, che ho riscontrate nella bibliografia del Borgese si possono aggiungere queste altre: Piccolo canzoniere della Nonna, Nicolai, Pistoia 1880, - Per le Nozze di Elvira, sorella molto diletta, tre sonetti, una cantata ed un madrigale, Tipografia della «Tribuna», 1888 edizione di 29 esemplari numerati.
      (57) Angiolo Sommaruga aveva accolto il D'Annunzio, nella conquista di Roma - come un Rastignac autentico nella conquista di Parigi - provveduto da un povero bagaglio di poesia, - All'Augusto Sovrano d'Italia - Primo vere - In Memoriam - sul quale bisognava far atto di fede per affidarsi ad imprese future editoriali. Comunque, avendolo conosciuto sin da Milano, dove quello, presentatogli da Filippo Turati, aveva disposto su «La Farfalla» il proprio sonettuzzo, Sommaruga lo inalzò subito alla paga ed alla considerazione di grande letterato.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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