Io, dunque, per risparmiarvi le spese mi son preso la libertà di inserire il vostro nome, insieme al mio, di Matilde Serao, Gabriele D'Annunzio, Giulio Salvadori, Capuana, Verga etc. a piè di questa dichiarazione pubblica che sarà stampata sui giornali. I sottoscritti dichiarano di essersi da piú mesi sciolti da ogni vincolo letterario e commerciale, con A. Sommaruga, coi giornali da lui pubblicati, con ogni emanazione della sua casa editrice. Ho fatto male? spero di no. Una stretta di mano cordialissima dalvostro SCARFOGLIO».
Francavilla al mare, 26 settembre 1884.
Egli stesso doveva accorgersi, ventisette anni dopo, d'aver fatto malissimo.
Povero Sommaruga e fulliginosa ingratitudine di romanzatori e poeti! anche Carlo Dossi si credette in dovere di conservarci alcuni aneddoti che innocentano Sommaruga e di cui mi varrò a suo tempo: ma, allora, fu la corsa all'abbandono quando non alla calunnia; il meno scusabile ed il piú strepitante D'Annunzio, ch'era stato proprio messo al mondo dall'Angiolino, figlio a sua volta genialoide di un ricco sciostrée di Milano, innamorato di belle donne e di belle lettere, due passioni che costano caro. Se non che, egli con garbo squisito ed acutissimo, se ne vendicò sfoggiando «in tribunale, freddo, tranquillo, inalterato, quasi ingenuo, trasognato dall'accusa con quella sicurezza calma e serena che vuol derivare dal sentimento profondo della propria innocenza», documenti compromettenti per i suoi propri accusatori. Sí che ne vedemmo uno anche di proprio pugno del D'Annunzio.
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