Si capisce, dunque: per far divertire il pubblico, che paga, si allenano li striscioni; e vi fu un tempo che anche Carducci si acconciò a quelle pratiche: ma allora si crescono i D'Annunzio e si diminuiscono i Dossi come improprii a solleticare la follaccia. Quando si rivedranno invece, come incominciò a rivederli il Verso Libero codesti valori letterarii, dovremo accorgerci che l'ideale, sempre inteso come sincerità, forza e grandezza, assente dall'opera d'annunziana, la manderà in discredito, sí da metterla al sesso ed alla coda, dove sta bene, della letteratura contemporanea.
(58) In quel tempo Melchior de Vogué, giudicò: Sperelli; «ce suprème dilettante» in La Renaissance latine («Revue des deux Mondes», I jan. 1895), senza accorgersi di burlare e burlarsi. Sul serio, «ce suprème dilettante»? E D'Annunzio, suo padre, allora - a cui imputa, - è una vera imputazione formulata in questo senso, illustrissimo signor visconte, una ragguardevole parte in questo rinascere, - che cosa potrà mai essere? Impronta Roma chiedeva, Bisanzio le han dato: perciò sono Le Cronache Bizantine, rivista dei poeti e delle cocottes, editore Sommaruga ma complici tutti, dal D'Annunzio allo Scarfoglio; e, vedi un po' anche Carducci: il quale aveva cercato, invece di Bisanzio, Roma, in vano. Ma, giudicare? facilissime parole!
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