Pria che forza il percuota e negl'interniVôti spazi penètri e lo dissolva.
In oltre: ciò che lunga età corrompeSe s'annichila in tutto, ond'è che Venere
Rimena della vita al dolce lumeGeneralmente ogni animale? ed onde
Cibo gli porge la 'ngegnosa terraOnde si nutra, si conservi e cresca?
Onde le fonti, onde i torrenti e i fiumiPortan l'ampio tributo al vasto mare?
Onde alle fisse, onde all'erranti stelleSomministra alimento il ciel profondo?
Poichè già l'infinita età trascorsaOgni corpo mortale a pien dovrebbe
Col vorace suo dente aver distrutto.
Ma, se pur fu nella trascorsa etadeSeme che basti a riprodurre al mondo
Tutto ciò che perisce, eterno è certo.
Nulla può dunque mai ridursi al nulla.
In somma: a dissipar sarìa bastanteTutte le cose una medesma forza,
Se materia immortal non le tenessePiù e men collegate: un tocco solo
Bastevole cagion della lor morteEsser potria, ch'ove d'eterno corpo
Nulla non fosse, ogni più leve impulsoSciôr ne dovrebbe la testura in tutto.
Ma, perchè vari de' principii sonoI nodi ed è la lor materia eterna,
Salve restan le cose infino a tantoChe forza le percuota atta a disciorre
Di ciascuna di loro il proprio laccio.
Nulla può dunque mai ridursi a nulla;
Ma ne' primi suoi corpi il tutto riede.
Tosto che finalmente il padre Giove
Versa nel grembo alla gran madre Idea
L'umida pioggia, essa perisce al certo:
Ma ne sorgon le biade e se n'adornaOgni albero di fior, di frondi e frutti.
Quindi si pasce poi l'umano germe,
Quindi ogni altro animale. E lieta quindiDi vezzosi fanciulli ogni cittade
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Venere Giove Idea
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