Anzi tu stessoPoui sovente veder ne' nostri versi
Esser comuni a molte voci e molteMolti elementi; e non pertanto č d'uopo
Dir ch'abbia ogni parola ed ogni versoVario significato e vario suono;
Chč tanto di possanza han gli elementiCon la mutazļon dell'ordin solo.
Ma credibil č ben che i primi semiAbbian pił cause onde crear si possa
Tutte le cose di che 'l mondo č adorno.
Ma tempo č di pesar con giusta lanceD'Anassagora ancor l'omeomerķa
Mentovata da' Greci, e che non puossiDa noi ridir nella paterna lingua
Con un solo vocabolo, ma pureFacil sarą che la si spieghi in molti.
Pensa egli adunque che 'l principio primo,
Che da lui vien chiamato omeomerķa,
Altro non fosse ch'una confusioneUna massa un mescuglio d'ogni corpo,
In guisa tal che il generar le coseSolamente consista in separarle
Dal comun caos ed accozzarle insieme;
E cosģ l'ossa di minute e piccoleOssa si creino, e di minute e piccole
Viscere anco le viscere si formino,
Da pił gocce di sangue il sangue nasca,
Da pił bricioli d'ņr l'oro si generi,
Cresca la terra di minute terre,
Di foco il foco, l'acqua d'acqua; e fingeCh'ogn'altra cosa in guisa tal si faccia;
Nč concede fra 'l pieno il vōto spazio,
Nč termin pone allo spezzar de' corpi.
Onde a me par, quand'io vi penso, ch'egliE nell'uno e nell'altro erri egualmente,
Come color che poco avanti io dissi.
Aggiungi ch'egli delle cose i semiTroppo deboli fa; se pure i semi
Per natura fra lor sono uniformiAnzi son pur le stesse cose; et hanno
Egual travaglio egual periglio, e nullaPuņ frenarli giammai nč proibirli
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Anassagora Greci
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