E fuor vibrasse una saetta alata,
Che vuoi piuttosto? ch'ella spinta innanziDalla robusta man volando gisse
Là dove fosse indirizzata? o pensiChe qualche cosa le impedisse il moto?
Qui d'uopo è pur che l'uno o l'altro accettiE lo creda per ver: ma l'un e l'altro
Ti racchiude ogni scampo, anzi ti sforzaA confessar l'immensità del mondo:
Poichè, o venga impedita e le sia toltoIl girne ove fu spinta o fuor se 'n voli,
Esser non può nell'ultimo confineDell'universo. E nella stessa guisa
Seguirò l'argomento incominciato,
E, dovunque tu ponga il fine estremo,
Domanderotti ciò che finalmenteAlla freccia avverrà. Confessa dunque
Che incircoscritto è 'l mondo e che non haiDa sì fatte ragioni onde schermirti.
In oltre ancor: se terminato fosseD'ogni intorno lo spazio ove la somma
Si genera del tutto, i primi semiSpinti dal proprio peso all'imo fondo
Già sarebber concorsi, e sotto il cieloNulla potria formarsi; anzi non fôra
Più nè cielo nè sole, ove giacesseConfusa in una massa ogni materia
Fin da tempo infinito in giù caduta.
Ma or non è concesso alcun riposoA' corpi de' principii, perchè l'imo
Centro dell'universo in van si cercaOve concorrer tutti, ove la sede
Possan fermare; e con perpetuo motoSi genera ogni cosa in ogni parte,
E per tempo infinito omai commossiDella prima materia i corpi eterni
Son sempre in pronto in questo spazio immenso.
Finalmente abbiam posto innanzi agli occhiChe l'un corpo dall'altro è circoscritto:
L'aer termina i colli, e l'aura i monti,
La terra il mare, il mar la terra: e nulla
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