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      Lungi se 'n voli e similmente il foco:
      E che per questo d'ogn'intorno in cieloScintillino le stelle e 'l sol fiammeggi,
      Perchè fuggendo dalla terra il caldoAl ciel sen poggi e vi raccolga il foco
      (Poichè pur della terra anco si pasceOgni cosa mortal; nè mai potrebbero
      Gli alberi produr frutti o fiori o frondi,
      Se a poco a poco la gran madre il ciboNon gli porgesse). Ma di sopra poi
      Credon che un ampio ciel circondi e copraTutte le cose; acciò d'augelli in guisa
      I recinti di fiamme in un balenoNon fuggan via per lo gran vano a volo,
      E che nel modo stesso ogni altra cosaSi dissolva in un tratto e del tonante
      Cielo il tempio superno in giù rovini,
      E che di sotto a' piè ratto s'involiIl nostro globo ascosamente, e tutti
      Fra precipizi in un confusi e mistiDella terra e del cielo i propri corpi
      Dissolvano in più parti e corran tostoPel vôto immenso; onde in un sol momento
      Di tante meraviglie altro non restiChe lo spazio deserto e i ciechi semi.
      Poichè, in qualunque luogo i corpi restinoPrivi di freno, in questo luogo appunto
      Spalancata una porta avran le cosePer gire a morte; ed ogni turba quindi
      Della prima materia in fuga andranne.
      Or; se tu leggerai quest'operettaAttentissimamente, e tutto quello
      Ben capirai ch'io ci ragiono dentro;
      L'una causa dall'altra a te fia nota;
      Nè cieca notte omai potrà impedirtiL'incominciata via, che ti conduce
      Di natura a mirar gl'intimi arcani:
      Sì le cose alle cose accenderannoLume che mostri alla tua mente il vero.
     
     
      LIBRO SECONDO
     
      Argomento
     
      Il Poeta, dopo le lodi della filosofia, al cui studio eccita Memmo, continua a trattare delle qualità degli atomi e in ispecie del loro movimento.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330

   





Poeta Memmo