Pagina (72/330)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Volan lungi dagli altri e furibondiScuoton con urto impetuoso il campo;
      Quivi al cielo il fulgor se stesso inalza,
      Quivi splende la terra, e l'aria intornoArde tutta e lampeggia, e sotto i piedi
      De' valorosi eroi s'eccita un suono,
      Che misto con le strida e ripercossoDai monti in un balen s'erge alle stelle:
      E pur luogo è ne' monti onde ci sembraStarsi nel campo un tal fulgore immoto.
      Or via; da quinci innanzi intendi omaiQuali sian delle cose i primi semi,
      E quanto l'un dall'altro abbian diverseE difformi le forme e le figure,
      Non perchè sian di poco simil formaMolti di lor, ma perchè tutti eguali
      D'ogn'intorno non han tutte le cose.
      Nè maraviglia è ciò; poscia che, essendoTanta la copia lor che fine o somma,
      Come già dimostrammo, aver non puote,
      Ben creder deesi che non tutti in tuttoPossan tutte le parti aver dotate
      D'egual profilo o di simil figura.
      Oltr'a ciò, l'uman germe e i muti armentiDegli squammosi pesci e i lieti arbusti
      E le fere selvagge e i vari augelli,
      O vuoi quei che dell'acque i luoghi ameniAmano e vansi spazïando intorno
      Alle rive de' fiumi ai fonti, ai laghi,
      O quei che delle selve abitatoriVolan di ramo in ramo: or tu di questi
      Segui pur a pigliar qual più t'aggradaGeneralmente, e troverai che tutti
      Han figure diverse e forme varie.
      Nè potrebbero i figli in altra guisaRaffigurar le madri nè le madri
      Riconoscere i figli: e pur veggiamoChe ciò far ponno e senza error, non meno
      Che gli uomini fra lor si raffigurano.
      Poichè sovente innanzi ai venerandiTempli de' sommi dèi cade il vitello


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330