Principii anch'egli, in quella guisa stessaChe la soave melodia si forma
Da musico gentile, allor che svegliaCon dotta man l'armonïose corde
Di canoro strumento; e non pensassiChe con la stessa forma i primi corpi
Possano penetrar nelle nariciDell'uomo, allor che i puzzolenti e tetri
Cadaveri s'abbruciano ed alloraChe tutta è sparsa di cilicio croco
La nuova scena e di panchei profumiArde di Giove il sacrosanto altare;
E non credessi che i color leggiadriE le nostre pupille a pascer atti
Abbian simíli i propri semi a quelliChe pungon gli occhi a lagrimar forzando
E paion brutti e spaventosi in vista:
Poichè ogni causa che diletta e molceI sensi ha lisci i suoi principii al certo;
Ma ciò ch'è pel contrario aspro e molestoHa la materia sua scabrosa e rozza.
Son poscia alcuni corpi, i quali affattoNon debbono a ragion lisci stimarsi
Nè con punte ritorte affatto adunchi;
Poi che più tosto han gli angoletti loroIn fuori alquanto, e che più tosto ponno
Solleticar che lacerare il senso,
Qual può dirsi la feccia ed i saporiDell'enula campana. E finalmente
Che la gelida brina e 'l caldo foco,
Dentati in varie guise, in varie guisePungono il senso, e l'un e l'altro tatto
Chiaro ne porge e manifesto indizio.
Poscia che 'l tatto, il tatto, oh santi numi!,
Senso è del corpo; o quando alcuna cosaEsterna lo penétra, o quando nuoce
A quel che gli è nativo, o fuori uscendoNe dà venereo genital diletto,
O quando offesi entro lui stesso i semiEd insieme commossi ed agitati
Turbano i nostri sensi e gli confondono;
Come potrai sperimentar tu stesso,
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Giove
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