Se talor con la man percuoti a casoDel proprio corpo qualsivoglia parte,
Ond'è mestier che de' principii primiSian pur molto fra lor varie le forme,
Che vari sensi han di produr possanza.
Al fin; le cose che più dure e denseSembrano agli occhi nostri è d'uopo al certo
Ch'abbiano adunchi i propri semi e quasiRamosi e l'un con l'altro uniti e stretti;
Tra le quai senza dubbio il primo luogoHanno i diamanti a disprezzare avvezzi
Ogni urto esterno, e le robuste selciE 'l duro ferro e 'l bronzo il qual percosso
Suol altamente rimbombar ne' chiostri.
Ma quel ch'è poi di liquida sostanzaConvien che fatto di rotondi e lisci
Principii sia; poichè fra lor frenarsiNon ponno i suoi viluppi e verso il basso
Han volubile il corso. In somma tuttoCiò che fuggirsi in un sol punto scorgi,
Com'il fumo e la nebbia il foco e 'l vento,
Se men degli altri hanno rotondi e lisciI lor primi principii, è forza al meno
Ch'e' non gli abbian ritorti e strettamenteL'un con l'altro congiunti, acciò sian atti
A punger gli occhi e penetrar ne' sassiSenza che stiano avviticchiati insieme:
Il che vede ciascuno esser concessoDi conoscere a' sensi, onde tu possa
Apprender facilmente ch'e' non sonoFatti d'adunchi, ma d'acuti semi.
Ma che amari tu vegga i corpi stessiChe son liquidi e molli, a punto come
È del mare il sudor, non dèi per certoMeraviglia stimar: poichè, quantunque
Sia ciò ch'è molle di rotondi e lisciSemi composto, nondimen fra loro
Doloriferi corpi anco son misti:
Nè per ciò fa mestier ch'e' siano adunchiE l'un l'altro intrigati, ma più tosto
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