Son però false senza dubbio alcuno.
Chè d'uopo è pur che 'n somma eterna paceVivan gli dèi per lor natura e lungi
Stian dal governo delle cose umane,
D'ogni dolor, d'ogni periglio esenti,
Ricchi sol di sè stessi e di sè fuoriDi nulla bisognosi, e che nè merto
Nostro gli alletti o colpa accenda ad ira.
Ma la terra di senso in ogni tempoManca senz'alcun dubbio, e, perchè tiene
Di molte cose entro al suo grembo i semi,
Molti ancor ne produce in molti modi.
Qui; se alcun vuol chiamar Nettuno il mare,
Cerere il grano, et abusar più tostoDi Bacco il nome che la propria voce
Pronunzïar del più salubre umore;
Concediamogli pur ch'egli a sua vogliaDica gran madre degli dèi la terra;
Pur che ciò sia veracemente falso.
Sovente adunque, ancor che pascan l'erbaD'un prato stesso sotto un cielo stesso
E pecore lanute e di cavalliProle guerriera ed aratori armenti
E bevan l'acqua d'un medesmo fiume,
Vivon però sotto diversa specie,
E de' lor genitori in sè ritengonoGeneralmente la natura e sanno
Imitarne i costumi: or tanto variI corpi son della materia prima
In ogni specie d'erba in ogni fiume.
Anzi, oltre a questo, ogni animal si formaDi tutte queste cose, umido sangue,
Ossa, vene, calor, viscere e nervi,
Le quai son pur fra lor diverse e nateDa principii difformi. E similmente
Ciò ch'arde il foco, se null'altro, almenoSol di sè stesso somministra i corpi
Che vibrar il calor, sparger la luce,
Agitar le scintille e largamentePossono intorno seminar le ceneri.
E se tu con la mente in simil guisaL'altre cose contempli ad una ad una,
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Nettuno Bacco
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