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      Ancor che siano in un confusi e misti,
      Non producon però senso vitale.
      Fia dicevole dunque il rammentarsiDi questa lega de' principii primi;
      Cio è; che non di tutti in tutto a un trattoFassi 'l corpo sensibile ed il senso;
      Ma che molto rileva in primo luogoQuanto piccioli sian, qual abbian forma
      Ordini, moti e positure al fineGli atomi che crear denno il sensibile.
      Delle quai tutte cose alcun non vedeNulla ne' rotti legni e nell'infranto
      Terreno: e pur, se queste cose sonoQuasi per pioggia putrefatte e guaste,
      Generan vermi, perchè, mossi essendoDella materia i corpi dall'antico
      Ordine lor per l'accidente nuovo,
      S'uniscon poscia in tal maniera insiemeChe d'uopo è pur che gli animai si formino.
      In somma; allor che di sensibil semeDicon crearsi il sensitivo, in vero
      Dall'altre cose a giudicare avvezziFanno allor molle la materia prima;
      Perch'ogni senso è certamente unitoAlle viscere, ai nervi ed alle vene,
      Che pur son molli e di mortal sostanzaTutte create. Ma sia vero omai
      Che possan queste cose eternamenteRestare in vita: non per tanto è forza
      Ch'elle abbian pure o come parti il senso,
      O sian simíli agli animali interi.
      Ma non san per sè stesse esser le partiNon che sentir, nè può la mano od altra
      Parte del corpo esser da lui divisaE per sè stessa conservare il senso,
      Poichè tosto ogni senso ella rifiutaDell'altre membra. Onde riman che solo
      Agl'intieri animali abbian simileL'essenza, acciò che d'ogni intorno possano
      Sentir con vital senso. Or come adunquePotran chiamarsi genitali corpi
      E la morte fuggir, mentre pur sono


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330