Animali ancor essi e co' mortaliViventi una sol cosa? il che se pure
Esser potesse, non farian giammaiDall'unïon divisi altro ch'un volgo
Ed una turba d'animai nel mondo:
Come certo non ponno alcuna cosaGli uomini generar, le fere, i greggi,
Quando uniti fra lor piglian sollazzoVenereo, altro che fere, uomini e greggi.
Che se forse, del corpo il proprio sensoPerdendo, altro ne acquistano, a che fine
Assegnar li si dee ciò che gli è tolto?
In oltre ancora; il che scansammo avanti;
Fin che veggiam che de' crestati augelliSi cangian l'uova in animati polli,
E di piccioli vermi il suol ribolleAllor che per tempeste intempestive
Divien putrido e marcio, indi ne liceSaper che fassi di non senso il senso.
Ma; se forse dirai crearsi i sensiSol da non sensi, pur che pria che nasca
Abbia di moto un tal principio il parto;
Sol basterà ch'io ti dimostri aperto,
Che mai senza unïon dei corpi primiNon si genera il parto e non si muta
Nulla senza lor gruppo innanzi fatto.
Poichè per certo la materia sparsaPer le fiamme pe' fiumi in aria in terra,
Cose innanzi create, e' non s'accozzaIn convenevol modo, onde comparta
Fra sè moto vital, per cui s'accendaSenso che guardi 'l tutto, e gli animali
Difender possa da' contrari insulti.
In oltre; ogni animal, se più gran colpoChe la natura sua soffrir non puote
Il fere, in un momento anco l'atterraE s'avaccia a turbar tutti e scomporre
E del corpo e dell'alma i sentimenti:
Poichè si sciolgon de' principii primiLe positure ed impediti affatto
Sono i moti vitali infino a tanto
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