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      Chi dare il moto a tutti i cieli e tutteDi fuochi eterei riscaldar le terre?
      E pronto in ogni tempo in ogni luogoTrovarsi, ond'egli tenebrosi renda
      D'atre nuvole i giorni, e le sereneRegïoni del ciel con tuono orrendo
      Squassi e vibri talor fulmini ardenti,
      E spesso atterri i propri templi e spessoContro i deserti incrudelisca ed opri
      Irato il telo onde sovente illesiRestano gli empi e gl'innocenti oppressi?
      In somma; allor che fu creato il mondoIl mar la terra e generato il sole,
      Gli furo esternamente intorno aggiuntiMolt'altri primi corpi ivi lanciati
      Dal tutto immenso, onde la terra e 'l mondoCrescer potesse ed apparir lo spazio
      Del gran tempio del cielo e gli alti tettiErger lunge da terra e nascer l'aria.
      Poscia che tutti i corpi ai propri luoghiConcorron d'ogni banda, e si ritira
      Ciascuno alla sua spezie, all'acqua l'acqua,
      Alla terra la terra, il foco al foco,
      Il cielo al ciel, finch'all'estremo termineDi sua perfezïon giunga ogni cosa,
      Ciò natura operando; a punto comeSuole allora accader, che nulla omai
      Più di quel che spirando ognor se n'esceNelle vene vitali entrar non puote:
      Chè debbe pur di queste cose alloraL'età fermarsi e con le proprie forze
      La natura frenare ogni augumento.
      Poichè ciò che si mira a poco a pocoFarsi più grande e dell'adulta etade
      Tutti i gradi salir, più corpi al certoPiglia per sè che fuor di sè non caccia;
      Mentre che per le vene agevolmentePuò tutto il cibo dispensarsi, ed esse
      Non son diffuse in guisa tal che moltoNe rimandino indietro e sia maggiore
      Dell'acquisto la perdita.


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330