Se ne dolgono intanto: e non sovviengliChe sol questa paura è delle noie
L'origine primier, questa corrompeOgni onesto pudor, questa i legami
Spezza dell'amicizia, e questa in sommaVolge sossopra la pietade e tosto
Dalle radici la diveglie e schianta:
Con ciò sia che già molti hanno traditoE la patria e' parenti e' genitori,
Sol per desio di non veder gli orrendiTempli sacrati al torvo re dell'ombre.
Poichè, siccome i fanciulletti al buioTemon fantasmi insussistenti e larve,
Sì noi tal volta paventiamo al soleCose che nulla più son da temersi
Di quelle che future i fanciullettiSoglion fingersi al buio e spaventarsi.
Or sì vano terror, sì cieche tenebreSchiarir bisogna e via cacciar dall'animo,
Non co' be' rai del sol, non già co' lucidiDardi del giorno a saettar poc'abili
Fuor che l'ombre notturne e' sogni pallidi,
Ma col mirar della natura e intendereL'occulte cause e la velata immagine.
L'animo adunque, entro del quale è postoDella vita il consiglio et il governo,
E che spesso da noi mente si chiama,
Prima dich'io che nulla meno è parteDell'uom che sian l'orecchie, il naso e gli occhi
Parti d'ogni animale: ancor che grandeSchiera di saggi abbian creduto e scritto
Che dell'animo il senso entr'una parteCerta luogo non abbia e solamente
Sia del corpo un cert'abito vitaleDetto armonia da' Greci, il qual ne faccia
Viver con senso, benchè in parte alcunaNon si trovi la mente; e, quale a punto
Sovente alcun sano vien detto, e pureNon è la sanità parte del corpo,
Tal dell'animo nostro il senso internoNon han locato in una certa parte.
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Greci
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