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      È finalmente all'ossa e alle midolleIl diletto e 'l dolor. Nè questo o l'acre
      Infirmità può penetrarvi maiSenza che 'l tutto si perturbi, in guisa
      Che luogo al viver manchi e che dell'almaFugga ogni parte pe' meati occulti
      Del nostro corpo; ancor che spesso accaggiaChe restino interrotti i movimenti
      Quasi al sommo del corpo, e sia bastanteL'uomo in tal caso a conservarsi in vita.
      Or, mentr'io bramo di narrarti a pienoCome sian fra di lor queste nature
      Mescolate nel corpo et in qual modoAbbian forza e vigor, me ne ritragge
      La povertà della romana lingua:
      Ma pur, com'io potrò, sommariamenteDirolti. Poi che de' principii i corpi
      Trascorron l'un con l'altro uniti in guisaChe alcun non se ne sèpara, nè mai
      Crear si può per interposto spazioUn diverso poter, ma quasi molte
      Potenze sono in un sol gruppo unite.
      E qual degli animai l'interne viscereHan tutte un certo odore, un certo caldo
      Et un certo sapore, e pur veggiamoChe di queste tre cose una sol cosa
      Non per tanto si crea; tale il caloreE l'aere e la virtù cieca del vento
      Fan tra lor misti una natura solaCon questa per sè mobile energia
      Ch'i movimenti gli comparte ed ondeFin per entro alle viscere si crea,
      Prima che altrove, il sensitivo moto.
      Poscia che tal natura affatto occulta
      È senza dubbio alcuno, e più ripostaCosa di questa immaginar non puossi
      Da noi, perch'ella stessa alma è dell'alma.
      E; qual dentro alle membra e 'n tutto il corpoStassi misto ed occulto e della mente
      E dell'alma il vigor, perchè di semiTenui e piccoli è fatto; in simil guisa


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330