Siano egualmente di dottrina adorni,
Restan però nella natura impresseDi qualunqu'alma le vestigia prime.
Nè già creder si dee che la virtude,
Siasi quant'esser voglia eccelsa e grande,
Sveglier possa già mai dalle radiciDell'uomo i vizi e proibir che questi
Più facilmente non trascorra all'ira,
Quei dal freddo timor più presto alquantoAssalito non venga, e più del giusto
Non sia quel terzo placido e clemente.
Anzi è mestier che in altre cose assaiDegli uomini fra lor sian differenti
Le nature e diversi anco i costumiChe dependon da quelle. E; s'io non posso
Di tai cose esplicar le cause occulte,
Nè tanti nomi di figure imporreQuanti d'uopo sariano a quei principii
Onde sì gran diversità di coseNasce nel mondo; io per me credo almeno
Di poter affermar che i naturaliPrimi vestigi, che non puote affatto
Discacciar la ragion, sì lievementeRestino impressi in noi, che nulla possa
Vietare all'uom che placida e tranquillaE degna degli dèi vita non viva.
Così fatta natura è sparsa adunquePel corpo, e 'l custodisce e lo conserva:
Poichè l'anima e 'l corpo han le radiciSì strettamente avviticchiate insieme,
Che impossibil mi par che possan l'uneDall'altre esser divelte e che 'l composto
Ratto a morte non corra. E, quale a puntoMal si può dall'incenso estrar l'odore
Senza ch'ei pèra e si corrompa affatto,
Tal dell'alma e dell'animo l'essenzaMal diveglier si può dal nostro corpo
Senza ch'ei muoia e si dissolva il tutto.
Così fin dall'origine primieroCreate son d'avviluppati semi
Le predette nature, ed han comune
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