Nascer la mente in compagnia del corpoE crescer anco ed invecchiar con esso.
Poichè, siccome i piccoli fanciulliHan tenere le membra e vacillante
Il pargoletto piè, così veggiamoChe dell'animo lor debile e molle
È la virtù: ma, se crescendo il corpoS'augumenta di forze, anco il consiglio
Maggior diviene e della mente adultaPiù robusto è 'l vigor: se al fin crollato
È dagli urti del tempo e vecchio omaiLangue il corpo e vien meno e se le membra
Perdon l'usate forze, anco l'ingegnoZoppica, e, delirando in un sol punto
E la lingua e la mente, il tutto manca.
Dunqu'è mestier che tutta anco dell'almaLa natura si dissipi, qual fumo
Per l'aure aeree; poichè nasce e cresceCol corpo, e per l'etade al fin diventa,
Com'io già t'insegnai, debile e fiacca.
S'arroge a ciò, che, se veggiamo il corpoSoggetto a duri morbi e a dure ed aspre
Battaglie, anco la mente alle mordaciCure è soggetta alle paure al pianto:
Per la qual cosa esser del rogo a parteAnco gli è d'uopo. Anzi, sovente accade
Che, mentre il nostro corpo infermo langue,
L'animo vagabondo esce di strada;
Poichè spesso vaneggia e di sè fuoriParla cose da pazzi, ed è tal volta
Da letargo durissimo e mortaleSommerso in alto e grave sonno eterno;
Cade il volto sul petto, e fissi in terraStan gli occhi, ond'egli o le parole udire
O conoscer i volti omai non puoteDi chi, standogl'intorno e procurando
Di richiamarlo in vita, afflitto e mestoBagna d'amare lagrime le gote.
Ond'è pur d'uopo il confessar che l'almaPerisce anch'ella, mentre in lei penétra
Il contagio de' morbi, e 'l duolo e 'l morbo
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