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      Pe' meati insensibili del corpo.
      E qual, se per le membra è compartito,
      Tosto il cibo perisce e di sè stessoPorge ristoro e nutrimento al corpo,
      Tal dell'alma e dell'animo l'essenza,
      Benchè novellamente entri nel corpoIntera, nondimen pur si dissolve
      Mentre il penètra e che pe' fóri occultiVengon distribuite ad ogni membro
      Le sue minime parti, onde si formaQuest'altra essenza d'animo che poscia
      Donna è del corpo e che di nuovo è nataDi quella che perío distribuita
      Già per le membra. Onde non par che l'almaPriva sia di natal nè di ferètro.
      In oltre; non rimangono i principiiDell'anima nel corpo ancor che morto?
      Che se pur vi rimangono e vi stanno,
      Non par che giustamente ella si possaGiudicare immortal, poichè libata
      Fuor se ne gío parte di sè lasciando:
      Ma, s'ella poi dalle sincere membraSe 'n fugge in guisa che nel corpo alcuna
      Parte di sè medesima non lascia,
      Onde spirano i vermi entro alle viscereGià rance de' cadaveri, e sì grande
      Numero d'animali affatto priviD'ossa e di sangue in ogni parte ondeggia
      Per le tumide membra e per gli articoli?
      Chè se tu forse insinuarsi a' vermiL'anime credi e per di fuori entrare
      Ignude entro i lor corpi, e non consideriCome mill'e mill'anime s'adunano
      In quel corpo medesmo ond'una solaGià si partío; ciò nondimeno è tale
      Che sembra pur che ricercar si debba
      È forte dubitar, che l'alme i semiSi procaccin de' vermi ad uno ad uno
      E ne' luoghi ove sono esse per sè
      Si fabbrichin le membra o pur di fuoriSian ne' corpi già fatti insinuate.
      Ma, nè come operar debbiano o come


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330