Bocca degli animai si divorasseDell'uomo il corpo, io non intendo il come
Duro non sia l'esser nel fuoco ardenteArrostite le membra o soffocate
Nel mčle o per lo freddo intirizzitePoste a giacer d'una gelata selce
Su l'equabile cima o per disopraDal grave peso della terra infrante.
- Ma nč l'albergo tuo vago et adornoNč l'amata consorte omai potranno
Accoglierti, nč i dolci e cari figliCorrerti incontro e con lusinghe e vezzi
Prevenirti ne' baci e 'l core e l'almaDi tacita dolcezza inebrīarti.
Pių non potrai con l'onorate impreseO di mano o di senno o in pace o in guerra
Esser a te nč a' tuoi d'aiuto alcuno.
Povero te, povero te! gridandoVanno: un sol giorno una sol'ora un punto
Nemico a' gusti tuoi potrā rapirtiDella vita ogni premio. - E taccion solo,
- Nč desiderio alcuno avrai di questeCose. - Il che se con gli occhi della mente
Molto ben guarderanno e seguitarloVorran co' detti, omai scioglier se stessi
Potranno e dall'angoscie e dal timore,
Venti contrari alla tranquilla vita.
- Tu, qual da morte addormentato sei,
Tale al certo sarai nella futuraEtā privo d'affanno e di cordoglio:
Ma noi vicini al tuo sepolcro orrendoTe piangeremo insazīabilmente
Dal rogo in poca cenere converso;
Nč l'eterno dolor dal cuor profondoTolto mai ne sarā. - Chiedere adunque
Deggiamo a questi, onde sė tetro assenzioNasca allor ch'una cosa omai ritorna
Al sonno, alla quīete, e qual cagioneAbbia alcun di dolersi e pianger sempre.
Sogliono ancor, mentre sedendo a mensaTengon gli uomini in man coppe spumanti,
Di ghirlande odorose ornati il crine,
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