Degli ascoltanti, ivi la scena e tutteL'imagini de' padri e delle madri
E degli dèi di color vari ornateVeggionsi fluttuare; e, quanto più
Han d'ogni intorno le muraglie chiuseSì che da' lati nel teatro alcuna
Luce non passi, tanto più cosperseDi grazia e di lepor ridon le cose
Di dentro, avendo in un balen concettaL'alma luce del dì. Se adunque il panno
Dall'esterne sue parti il color vibra,
Mestiero è pur che tutte l'altre coseVibrino il tenue simolacro loro,
Poscia che quello e questi è dall'esterneParti scagliato. Omai son certi adunque
Delle forme i vestigi, che per tuttoVolano e son di sottil filo inteste
Nè mai posson disgiunte ad una ad unaEsser viste da noi. L'odore, in oltre,
Il fumo, il vapor caldo e gli altri corpiSimili errar soglion diffusi e sparsi
Lungi da quelle cose onde esalaro;
Perchè, venendo dalle parti interne,
Nati dentro di lor, per tortuoseVie camminando, son divisi, e curve
Trovan le porte ond'eccitati al fineTentan d'uscir: ma, pel contrario, allora
Che le tenui membrane dall'estremoColor de' corpi son vibrate intorno,
Cosa non è che dissipar le possa;
Perch'elle in pronto sono e nella primaFronte locate. Finalmente è d'uopo
Che ciascun simolacro che apparisceNegli specchi, nell'acqua ed in qualunque
Forbita e liscia superficie, avendoLa medesima forma delle cose
Ch'egli altrui rappresenta, anche consistaNelle scagliate imagini volanti:
Con ciò sia che già mai ragione alcunaAssegnar non si può, perchè staccarsi
Debbono i corpi che da molte coseSon deposti o lanciati apertamente
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