Pagina (150/330)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dirimpetto allo specchio, appar l'imago.
      Onde ben puossi argomentar che sempreDal sommo delle cose esalan fuori
      Tenui effigie e figure. In breve spazioDunque si crean ben mille e mille imagini:
      Ond'a ragion l'origine di questeSi può dir velocissimo. E, siccome
      Dee molti raggi in breve spazio il soleVibrarsi intorno acciò che sempre il cielo
      Illustrato ne sia, tal anco è d'uopoChe molti simolacri in molti modi
      Sian dalle cose in un medesmo instanteCertamente scagliati in ogni parte;
      Poichè, rivolgi pur dove t'aggradaLo specchio, ivi apparir vedrai le cose
      Tra lor di forma e di color simíli.
      Mira, oltr'a ciò, che, se tranquillo e chiaroDi luce e di seren l'aere fiammeggia,
      Talor sì sconciamente e così tostoD'atra e nera caligine s'ammanta,
      Che ne par che le tenebre profondeDel cupo e cieco abisso, abbandonando
      Le lor sedi natie tutte in un puntoE fuor volando ad eclissar le stelle,
      Ripiene abbian del ciel l'ampie spelonche;
      Tal già sorta di nembi orrida notte,
      Veggiam d'atro timor compagne eterneSpalancarsi nel ciel fauci infiammate,
      Eruttar verso noi fulmini ardenti:
      E pur, quanto di ciò picciola parteSia l'imago, uom non è che basti a pieno
      A dire altrui, nè con parole possaRender di cosa tal ragione alcuna.
      Or via; quanto l'imagini nel corsoCeleri siano e qual prontezza in loro,
      Mentre nuotan per l'aure, abbiano al moto,
      Sì ch'in brev'ora, ovunque il volo indrizzino,
      Spinte da vario impulso un lungo spazioPassino; io con soavi e dolci versi,
      Più che con molti, di narrarti intendo,
      Qual più grato è de' cigni il canto umíle


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330