Dirimpetto allo specchio, appar l'imago.
Onde ben puossi argomentar che sempreDal sommo delle cose esalan fuori
Tenui effigie e figure. In breve spazioDunque si crean ben mille e mille imagini:
Ond'a ragion l'origine di questeSi può dir velocissimo. E, siccome
Dee molti raggi in breve spazio il soleVibrarsi intorno acciò che sempre il cielo
Illustrato ne sia, tal anco è d'uopoChe molti simolacri in molti modi
Sian dalle cose in un medesmo instanteCertamente scagliati in ogni parte;
Poichè, rivolgi pur dove t'aggradaLo specchio, ivi apparir vedrai le cose
Tra lor di forma e di color simíli.
Mira, oltr'a ciò, che, se tranquillo e chiaroDi luce e di seren l'aere fiammeggia,
Talor sì sconciamente e così tostoD'atra e nera caligine s'ammanta,
Che ne par che le tenebre profondeDel cupo e cieco abisso, abbandonando
Le lor sedi natie tutte in un puntoE fuor volando ad eclissar le stelle,
Ripiene abbian del ciel l'ampie spelonche;
Tal già sorta di nembi orrida notte,
Veggiam d'atro timor compagne eterneSpalancarsi nel ciel fauci infiammate,
Eruttar verso noi fulmini ardenti:
E pur, quanto di ciò picciola parteSia l'imago, uom non è che basti a pieno
A dire altrui, nè con parole possaRender di cosa tal ragione alcuna.
Or via; quanto l'imagini nel corsoCeleri siano e qual prontezza in loro,
Mentre nuotan per l'aure, abbiano al moto,
Sì ch'in brev'ora, ovunque il volo indrizzino,
Spinte da vario impulso un lungo spazioPassino; io con soavi e dolci versi,
Più che con molti, di narrarti intendo,
Qual più grato è de' cigni il canto umíle
| |
|