Molti semi racchiude atti a produrre,
Mentre passan per lor, noia e dolore.
Giallo, in oltre, divien ciò che rimiraL'uom ch'è da regia infirmitade oppresso;
Perchè di giallo molti semi esalanoDall'itteriche membra i quali incontro
Vanno all'effigie delle cose, e moltiNe son misti negli occhi e di pallore
Col lor tetro velen tingon il tutto.
Dalle tenebre poi scorger si ponnoTutte le cose a' rai del lume esposte;
Perchè, quando ai nostri occhi arriva il primoAere vicin caliginoso e fosco
Ed aperti gl'ingombra, incontinenteSegue il secondo lucido e sereno
Ch'ambi quasi gli purga e l'ombra scacciaDi quell'aere primier, perchè di lui
È più tenue, più snello e più possente:
Onde, non così tosto empie di luceI meati degli occhi, e ciò che tenne
Chiuso pria l'aer cieco apre e rischiara,
Che de' corpi illustrati i simolacriSeguon senz'alcun velo ed a vederli
N'incitan la pupilla. Il che non puossiFar pel contrario dalla luce al buio;
Perchè l'aere secondo oscuro e grossoSuccede al tenue e luminoso, e tutti
I meati riempie, e cinge intornoLe vie degli occhi, ond'impedito affatto
Sia d'ogni corpo a' simolacri il moto.
Succede ancor che le quadrate torriRiguardate da lungi appaian tonde,
Sol perchè di lontan gli angoli suoiMolto ottusi si veggono, o più tosto
Più da noi non si veggono e svanisceAffatto ogni lor piaga e non ne giunge
Pur a muoverne il senso un picciol urto:
Poichè, mentre l'imagine per lungoTratto si muove, è dagli stessi incontri
Dell'aere a forza rintuzzata; e quindi,
Tosto che tutti gli angoli a' nostr'occhi
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