Per l'aure a volo, in un confuse e misteSiano e scomposte e dissipate in guisa,
Che ben possan l'orecchie un indistintoSuono ascoltar, ma non però discernere
Punto qual sia delle parole il senso:
Sì confusa è la voce ed impedita.
In oltre, allor che 'l banditore adunaLa gente, un solo editto è da ciascuno
Inteso. In mille e mille voci adunqueQua e là senza dubbio una sol voce
Si sparge in un balen poichè diffusaOgni orecchio penètra e quivi imprime
La forma e 'l chiaro suon delle parole.
Parte ancor delle voci, oltre correndoSenza alcuno incontrar, perisce al fine
Per l'aure aeree dissipata indarno:
Parte in dense muraglie in antri caviIn curve e cupe valli urta e reflessa
Rende 'l suono primiero, e spesso ingannaCon mentita favella il creder nostro.
Il che bene intendendo, agevolmenteSaper potrai per qual cagione i sassi
Ti riflettan per ordine l'interaForma delle parole, allor che cerchi
Per selve opache e per montagne alpestriGli smarriti compagni e li richiami
Con grida alte e sonore. E mi sovvieneCh'una sola tua voce or sei or sette
Volte s'udío, tal reflettendo i colliAi colli stessi le parole a gara
Iteravano i detti. I conviciniDi questi luoghi solitari han finto
Che Fauni e Ninfe e Satiri e Silvani
Ne siano abitatori; e che la notteCon giochi e scherzi e strepitosi balli
Rompan dell'aer fosco i taciturniSilenzi e dalla piva e dalla cetra
Tocca da dotta man spargano all'aureDolci querele armonïosi pianti;
E che 'l rozzo villan senta da lungi,
Qual or squassando del biforme capoLa corona di pino il dio de' boschi
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Fauni Ninfe Satiri Silvani
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