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      Per l'aure trattenendosi, e non giungeCalda al senso e robusta: e quindi spesso
      Errano i bracchi e in van cercan la traccia.
      Nè però negli odori e ne' saporiCiò solo avvien: ma similmente è certo
      Che non tutti i color, non delle coseTutte l'effigie in guisa tal s'adattano
      Di tutti al senso, ch'a vedersi alcuneNon sian dell'altre più pungenti ed aspre.
      Anzi; qual or l'ali battendo il gallo,
      Quasi a sè stesso applauda, agita e scacciaLe cieche ombre notturne e con sonora
      Voce risveglia ogni animale all'opre;
      Non ponno incontro a lui fermi e costantiTrattenersi un momento i leon rapidi
      Nè pur mirarlo di lontan, ma tostoPrecipitosamente in fuga vanno:
      E ciò, perchè de' galli entro alle membraTrovansi alcuni semi, i quai negli occhi
      De' leon penetrando, ambe le luciGli pungono in tal guisa e così aspro
      Dolor gli danno, che ristarli a pettoNon ponno ancor che fieri ancor che indomiti:
      E pur dagli stess'atomi non hannoMai le nostre pupille offesa alcuna,
      O perch'essi non v'entrano, o più tostoPerch'entrandovi han poi l'esito aperto
      Per gli stessi meati onde in tornandoNon ponno i lumi in alcun modo offenderne.
      Or su, quai cose a muoverne bastantiSian l'alma, intendi, e 'n brevi detti ascolta
      Onde possa venir ciò che ne vieneIn mente. E prima sappi che vagando
      Van molte effigie d'ogn'intorno in moltiModi, e son così tenui e sì cedenti
      Che ben spesso, incontrandosi per l'aria,
      Si congiungono insieme agevolmenteQuasi tele di ragni o foglie d'oro.
      Poichè queste eziandio vie più sottiliSon dell'istesse imagini che ponno


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Della natura delle cose
di Tito Lucrezio Caro
Casa Editrice Sonzogno Milano
1909 pagine 330